Sediments, il primo album del mio progetto musicale più duraturo DuoSubRosa è ora disponibile su Bandcamp. Un album che esce con 5 anni di ritardo dalla sua registrazione, ecco la sua storia.
Io e Uygur Vural, mio partner nella vita e nella musica, ci siamo conosciuti a Istanbul dove abbiamo vissuto circa due splendidi anni insieme e dove è nato DuoSubRosa nel 2013, nel pieno delle proteste legate al parco di Gezi. Istanbul cominciava a cambiare e ad un certo punto ci siamo sentiti sputati via dalla città e abbiamo decido di spostarci a Berlino sulla scia della scena della musica sperimentale che seguivamo e di qualche amico che si era già spostato.
Il primo tentativo berlinese è stato in pieno inverno e dunque un totale disastro: il buio e il freddo, quasi venti gradi di escursione termica dalla Turchia, ci congelava anche i pensieri e pesava sul nostro entusiasmo. Poi il colpo finale quando la notte di Capodanno 2014-15 ci rubarono in casa, non la nostra che non avevamo, e fra le poche cose che ci appartenevano portarono via il permesso di soggiorno di Uygur. Sconsolati e senza casa da NESSUNA parte nel mondo, senza permesso di soggiorno per l’Europa, non ci restava altro che ritirarci per un po’ a casa dei miei genitori nel cuore delle campagne toscane, aspettando che la lenta burocrazia italiana preparasse un duplicato. Non ci è stato facile tornare a vivere con le dinamiche familiari, completamente al verde, isolati, “diversi” e con il solo pensiero di dover ripartire. Mi veniva spesso in mentre Kerouak quando pur di andare avanti nel suo viaggio metteva un dollaro di benzina…odiavamo dover usare la macchina per raggiungere qualunque centro abitato e dover “sprecare” soldi in benzina. D’altro canto però, Uygur amava ascoltare l’italiano e godevamo della campagna, della famiglia e del buon cibo.
In quei tre mesi di soggiorno passavamo intere giornate a suonare, registrare, pensare, fare domande online e cercare cose da fare in giro per il mondo. Un giorno decidemmo di andare a registrare in una piccola chiesa nel mezzo alle campagne. La chiesa è adiacente alla casa di un mio zio ottantenne molto amante della musica, lui fu felicissimo di farci intrufolare e allestire uno studio mobile col suo supporto e inarginabile entusiasmo.
La musica che ne uscì però non ci piacque neanche un po’. Lasciammo cadere tutto nel dimenticatoio con non poca frustrazione.
Anni dopo riascoltammo per caso quelle registrazioni. Le trovammo così vere, fresche e così affascinanti per il suono live della chiesa. Soprattutto le trovammo un perfetto ritratto sonoro di quello periodo di sospensione che ancora ricordiamo come un lungo sogno.
E’ un disco spontaneo, di musica completamente improvvisata, composizione estemporanea del nostro sentire.
E’ curioso come ci sia venuta voglia di pubblicare questo lavoro rimasto segreto soltanto adesso che siamo un’altra volta “in pausa”, in un momento di riflessione, calma e di nuovo a valutare quale sia la scelta migliore per portare avanti “il nostro viaggio”.
Lo abbiamo chiamato Sediments, i sedimenti sonori che rimangono di quel periodo. Quelli che si depositano dopo tanto rimestare, mischiare e cambiare direzione.
Buon ascolto.